Che cosa ne sarà di concerti e festival musicali dopo l’emergenza Covid-19?
28 Aprile, 2020
Anche secondo Maurizio Vitale, fondatore e amministratore delegato di Movement Entertainment, continuare a dialogare con il pubblico e avere una comunicazione trasparente è essenziale in questo momento: “Nel mio caso i biglietti acquistati rappresentano la principale fonte di ricavi”. Vitale racconta che, per la sua impresa, questo è il momento peggiore dal 2006: “Spero che per chi ha costruito valore culturale, che siano festival, concerti o spettacoli teatrali, sarà possibile accedere a finanziamenti intelligenti, garantiti dallo Stato, utili a riattivare l’attività produttiva”. La società titolare di Movement, Kappa FuturFestival e Audodriome Live Club di Moncalieri cerca da sempre di offrire la migliore esperienza possibile al proprio pubblico, puntando molto sulla digitalizzazione. Ma un’indicazione su cosa fare non è ancora arrivata: “Le normative vigono di 15 giorni in 15 giorni. Potenzialmente potrei ancora realizzare il Festival fissato a luglio, ma da persona coscienziosa prenderò la decisione più giusta e probabilmente lo posticiperemo” spiega riferendosi al Kappa. Dopo la vittoria, nel 2019, del premio che celebra la musica elettronica, il Dj Award, “Il dispiacere che stiamo vivendo per questa situazione è doppio. Quest’anno al Parco Dora avremmo potuto raggiungere le 60mila presenze da 105 nazioni, i numeri registrati fino al 25 febbraio lo dimostrano. Ma ora è tutto in stand-by”. Per quanto riguarda le possibili alternative future, “Oggi tendiamo a non escludere nulla. Un festival vive di dinamismo, interazione, palchi diversi. L’esperienza drive-in? Un limite fisico alla fruizione interattiva, ridotte capienze e un incremento degli adempimenti in termini di sicurezza. Le mascherine certamente sono un vincolo, ma potrebbe essere uno dei dispositivi di protezione individuale a impatto minore rispetto agli altri. Meglio la mascherina che il distanziamento sociale”.
By Chiara Manetti
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