Il Kappa FuturFestival è adulto: più spazio a funky e black music
10 Febbraio, 2019
Record di prevendite: a cinque mesi dall’evento 14 mila biglietti venduti. L’organizzatore Juni Vitale: “Intercetteremo anche il pubblico over 40”
Mancano cinque mesi all’8ª edizione della kermesse, ma il Kappa FuturFestival 2019 è già d’attualità. Sul fronte del programma, di cui sono stati rivelati i primi nomi. Come pure in materia di prevendite, con un dato stellare: senza neppure conoscere dj e musicisti invitati a far ballare il 6 e il 7 luglio il Parco Dora già 14.000 persone hanno acquistato il biglietto nelle scorse settimane.
Quattro palchi
Juni Vitale, boss della manifestazione, punta in alto: «L’anno scorso abbiamo totalizzato 45.000 spettatori, siamo sulla strada buona per migliorare il dato. Rispetto alle passate edizioni consolideremo la presenza del quarto palco, che debuttò nel 2018; è il “Futur stage” dedicato alla techno di qualità. Il mainstage confermerà la propria attitudine a ospitare le star più conosciute, così come saranno attivi il “Burn stage” di fronte alla chiesa e il “Dora stage” lungo il fiume, tanto amato dal pubblico over 40 per la sua tendenza alla funky e alla black music».
I big in arrivo
Tra i primi ospiti rivelati dal direttore artistico ci sono ritorni importanti come l’inglese Carl Cox, il canadese Richie Hawtin, la belga Charlotte De Witte, il gallese Jamie Jones: «Sono le rockstar del giorno d’oggi, è universalmente riconosciuto. Cox ormai è un amico, in pratica prenota da un anno all’altro. È bello constatare che artisti importanti come lui scelgano il nostro festival, magari rinunciando ad altri mega raduni europei. La sudcoreana Peggy Gou è una star della consolle che arriva dal mondo della moda, giorni fa ha postato su Instagram un “non vedo l’ora di tornare a Torino” (e 28 mila like) che ci ha spiazzati, dato che non avevamo ancora annunciato la sua presenza. Tra i dj che ospiteremo per la prima volta occhio ai tedeschi Boys Noize e Boris Brejcha».
Il pubblico
Molto varia si presenta anche la provenienza geografica del pubblico: «Già adesso hanno acquistato i biglietti fan provenienti da 62 paesi differenti, con un incremento dell’1 per cento della nostra mappa. Sogniamo di arrivare a cento nazioni, roba da record continentale. Ci siamo anche scoperti più forti delle flessioni fisiologiche. Temevamo innanzitutto l’effetto Brexit, che vede ridursi il potere d’acquisto del potenziale pubblico inglese; invece è accaduto proprio il contrario, sono già pronti per raggiungere il parco dal Regno Unito 2200 spettatori, lo scorso anno erano 1800. E mancano ancora cinque mesi di prevendita».
L’indotto è implicito: «Nei giorni del festival parlo con centinaia di ragazze e ragazzi – dice Vitale – molti arrivano a Torino per la prima volta e mi dicono di avere scoperto una città meravigliosa grazie alla nostra manifestazione dance».
By Paolo Ferrari
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