Il Kappa FuturFestival salta. «Venduti 22 mila ticket in 75 nazioni. Ma torneremo»

Corriere della Sera

4 Maggio, 2020

Il co-fondatore Maurizio «Juni» Vitale: «La nona edizione era prevista per il 4 e 5 luglio al Parco Dora. È stata rinviata al 3 e 4 luglio del 2021»

Alla fine, il Kappa FuturFestival è costretto ad alzare bandiera bianca di fronte all’emergenza sanitaria. Prevista per il 4 e 5 luglio al Parco Dora, la nona edizione del grande raduno di musica elettronica – che lo scorso anno attirò in città sessantamila giovani da cento paesi – è stata rinviata al 3 e 4 luglio del 2021. «Ormai è chiaro che a luglio non ci saranno le condizioni di sicurezza perché un evento come il nostro possa svolgersi», spiega Maurizio «Juni» Vitale, co-fondatore del festival e di Movement Entertainment. «Non vogliamo prolungare lo stress e l’incertezza di chi ha comprato il biglietto».
Quanti ne avete venduti?
«Ventiduemila, in settantacinque nazioni diverse. Fino a febbraio le vendite stavano andando a gonfie vele, poi c’è stato il crollo».
Come gestirete le richieste di rimborsi?
«Grazie a un customer care attivo 24 ore su 24 e ad aggiornamenti settimanali sui social, siamo riusciti a mantenere un dialogo molto sereno con il pubblico. Abbiamo seguito le indicazioni del governo, che prevede per ogni evento rinviato la riprotezione del biglietto alla nuova data. In più abbiamo aggiunto la possibilità, per chi non potrà venire nel 2021, di far valere il biglietto per il 2022».
Ci sono novità anche su Movement, il vostro festival indoor autunnale?
«Vedremo quali saranno le condizioni sanitarie. È un’edizione importante, la quindicesima, per ora è confermata. Stiamo lavorando su molte idee. In autunno vorremmo organizzare un’altra sorpresa. E il 4 e 5 luglio, nei giorni previsti per il Kappa, mi piacerebbe fare un Dream Stream».
Un festival in streaming su Internet?
«Qualcosa di più strutturato, in digitale ma non solo. Un evento che celebri sia il Kappa che la città. Con la musica in streaming accompagnata da immagini dei luoghi simbolo torinesi e magari diffusa in alcune aree urbane. Senza il legame con Torino, perderemmo gran parte della nostra originalità. Ma è un’idea che mi è venuta solo negli ultimi giorni, dovrò parlarne con l’amministrazione».
Alla pubblica amministrazione, locale e nazionale, chiederete anche qualche aiuto?
«Più che una richiesta, un consiglio: accelerare le misure di sostegno alla piccola impresa culturale. Quella sana, intendo, che si è comportata bene negli ultimi vent’anni: con bilanci trasparenti, valorizzazione del prodotto, interazione con il territorio e le sue attività produttive»
A quali misure si riferisce?
«In primis, rendere più snello l’accesso al credito, possibilmente commisurato alle dimensioni dell’azienda, garantito dallo Stato e con un periodo di restituzione di almeno venti anni. Sei anni non bastano: molte imprese culturali ne perderanno uno intero».
A quanto ammonta il vostro danno economico?
«Il nostro volume di business per il Kappa era intorno ai 4,5 milioni di euro, a cui si aggiungono 2,5 milioni per le attività del resto dell’anno. Con una ricaduta sul territorio regionale che per il 2020 era stimata in 35 milioni di euro. Non stiamo parlando solo di una società, la Movement Entertainment, ma anche di 350 fornitori e dell’indotto legato a 150 mila spettatori complessivi».
Qualcuno sostiene che quest’emergenza cambierà il volto degli eventi dal vivo: vedremo ancora l’immagine iconica di migliaia di persone che ballano al Parco Dora?
«La rivedremo e sarà un’immagine ancora migliore, perché con un’esperienza digitale aumentata. Chi sarà sotto il palco riceverà più informazioni, servizi e funzioni sul suo device; chi sarà a casa avrà qualcosa che non ha mai avuto, perché lo streaming crescerà».

By Luca Castelli

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