Il rito collettivo del festival raccontato dalla dj Silvie Loto
5 Luglio, 2023
“I festival sono la mia location preferita per esibirmi” ci racconta la dj Silvie Loto che ha esordito sulla scena nel 2013 con l’album Solstice e che conta anni da resident al Tenax di Firenze e Goa di Roma, più dj set per tutta Europa e collaborazioni con etichette come BPitch Control by Ellen Allien. Lei, che è abituata a suonare in templi della musica come il DC10 di Ibiza, ha fatto il suo debutto al Kappa FuturFestival 2023 con tutta l’emozione di una prima volta che “speravo davvero sarebbe arrivata”.
Più di 100 artisti da tutto il mondo, 36 ore di musica elettronica, 5 palchi e oltre 90.000 partecipanti da 118 nazioni diverse per la decima edizione di Kappa FuturFestival che si è tenuta, dal 30 giugno al 2 luglio 2023, tra le torri svettanti del Parco Dora di Torino. I numeri non bastano per descrivere le sensazioni, né tantomeno la musica, l’emozione dei bassi che ti fanno vibrare i pori della pelle. Eppure in questo caso un po’ aiutano a immaginare la vastità dell’esperienza del festival di musica elettronica più iconico d’Italia. Il meteo è stato complice di un viaggio extrasensoriale tra le stagioni, dalla pioggia che ha benedetto il venerdì fino al caldo della chiusura domenicale, i dj e il pubblico del Kappa FuturFestival si sono fusi in un rito collettivo, un urlo primordiale con i corpi mossi all’unisono che a furia di pestare i piedi sulla terra diventata nuvola ha dato l’idea di poter essere avvertiti fino a un’altra galassia.
Silvie Loto racconta: “Solitamente i dj amano più i club e le serate soliste, ma a me questa atmosfera piace tantissimo, mi dà un grande senso di coesione tra il pubblico anche se è molto ampio e ascolta cose diverse – c’è chi ascolta techno, house, deep – e questo succede anche con i dj che fanno stili opposti ma si trovano a collaborare per uno stesso obiettivo. In questo senso è anche un bel ritrovo per noi, un momento in cui si ritrovano amici e colleghi. Il festival mi dà serenità, senso di aggregazione”. E mentre si cammina sotto l’installazione d’ispirazione meridionale Dance First Think Later di Marinella Senatore, che illumina il Kosmo Stage, la sensazione è proprio quella di partecipare a una grande festa.
Tra gli act che più hanno impressionato il pubblico durante la prima giornata del 30 giugno: il set danzereccio di Major Lazer, il sound ricercato di Chloé Caillet, il viaggio tra visione e suono di Afterlife presented by Tale of us. Il secondo giorno è stato tutto di Indira Paganotto, della sua energia tonante sopra il Futur Stage, ma anche di Diplo e Fatboy Slim, fino alle chiusure contemporanee ed epiche di Peggy Gou ed Enrico Sangiuliano. La domenica il set pomeridiano di Silvie Loto ha portato tanto groove e tanto basso, con la sensazione di un party diurno in salita. Dopo di lei hanno raccolto il testimone 999999999, Folamour A/, Tale of Us e Carl Cox Hybrid, mostrando in poche ore quanto la musica techno, house ed elettronica possa variare e portare verso emisferi inesplorati.
“Io mi chiudo molto in studio, sto molto concentrata, come un rito” racconta Silvie Loto a proposito del suo processo creativo “Un’immagine che tengo ben presente sia per dare vita al mio lavoro in studio sia quando preparo il set è quella delle persone che avrò davanti, sorridenti, che si divertono, che passano un bel momento. Le persone che hai difronte sono il centro”. Silvie Loto continua: “Oggi il dj è messo su un piedistallo, qualcuno è una star su cui si concentra tutta l’attenzione, ma il focus devono rimanere le persone che si hanno davanti. Il mio sogno di pista ideale mi aiuta tantissimo quando creo musica e quando preparo set. Il punto a cui cerco di arrivare è sempre dare vita a una determinata atmosfera. Suonando l’house, che è un genere che crea un mood allegro e solare, ricerco un suono che lo rispecchi. Al di là dell’arte e degli artisti, questo tipo di musica dev’essere un’esperienza collettiva”.
Prima di salire sul palco, Silvie Loto ha i suoi riti scaramantici: “Ho alcuni capi che ho indossato in serate di cui ho un bellissimo ricordo e succede che li rimetto in serate in cui ho bisogno di sentirmi più tranquilla. Ad esempio ho dei jeans tie and dye a cui sono molto affezionata, ma anche tanti completi, pantalone e giacca uguale o pantalone e t-shirt abbinate, che sono un po’ la mia passione”. Il vero trucco per non arrivare mai impreparata a un nuovo set però è quello di essere consapevoli di come in questo mestiere artistico non si smetta mai di imparare: “Principalmente perché la tecnologia va avanti quindi a livello tecnico ci sono nuovi mixer, nuovi set up della console e molto altro. E questo vale anche a livello musicale dove, anche se si ha un grandissimo background, ci sono sempre cose da riscoprire”. Silvie Loto continua: “Io a volte mi stupisco e dico ‘davvero non conoscevo questo artista? O questa etichetta?’ Sarebbe noioso d’altra parte se sapessimo già tutto. Una delle cose belle e importanti di questo lavoro è non smettere mai di essere curiosi, di imparare, anche di cambiare strada e andare verso cose che non si conoscono, altri generi. Altrimenti diventa una cosa meccanica”.
