In 90 mila da tutto il mondo al Kappa
28 Giugno, 2023
Nel fine settimana torna il festival al Parco Dora: 5 palchi per 35 ore di musica
Il Kappa FuturFestival ha un target ben preciso: ragazzi che hanno un’età media di 25 anni (24 le ragazze) e che arrivano da tutto il mondo con un solo obiettivo, ballare. Potranno farlo per tre giorni, da mezzogiorno a mezzanotte, per 36 ore in tutto. Al Parco Dora, dove sono stati allestiti cinque palchi, sono attesi in 90mila da 115 Paesi del mondo. Per loro si esibiranno oltre cento dj, tra cui nomi del calibro di Carl Cox e Carl Craig, Fatboy Slim e Peggy Gou. – PRIMA PAGINA
La quiete prima della festa. È un cantiere tanto attivo quanto silenzioso quello che accoglie media al Parco Dora, sotton l’infuocato sole tardo-pomeridiano. Un silenzio strano, soprattutto se si tiene conto di ció che quel luogo diventerà nel weekend: la cornice per il raduno dance del Kappa FuturFestival, che da venerdi a domenica sarà popolato da decine di migliaia di ragazzi da tutto il mondo.
Il fondatore-organizzatore Maurizio «Juni» Vitale è il cicerone della visita: mostra palchi e strutture, luci e servizi, snocciolando numeri e curiosità. «Questo è il Kosmo», dice, indicando un palco nell’angolo sud-est del recinto, vicino alla Dora. «Prima si chiamava come il fiume, da quest’anno rappresenta il legame tra musica e arte contemporanea, con un’installazione di Marinella Senatore». L’opera ha un titolo che suona come un manifesto: «Dance first think later», prima balla poi pensa.
«Questa invece diventerà la Dora Avenue», prosegue Vitale, indicando lo sterrato che farà da via principale tra un ingresso e i palchi. Non c’è angolo o dettaglio che l’imprenditore non presenti con entusiasmo: dai box per la raccolta della plastica alle casse che si preparano a gestire l’invasione di un pubblico non solo numeroso, ma presumibilmente anche molto assetato. «Con il sistema cashless riduciamo le code. Si caricano i soldi qui», dice mostrando il braccialetto con chip che sarà consegnato all’ingresso agli spettatori, «poi lo si usa per pagare tutto. Chi ha l’abbonamento sta già iniziando ad acquistare crediti da casa».
Più avanti, ci sono i wc chimici. Visti così — una lunghissima doppia striscia di gabbiotti colorati, ancora profumati di fresco arrivo — sembrano anch’essi un’opera d’arte. E poi i palchi, che quest’anno sono cinque: al Kosmo, al Nova, al Futur e all’iconico Main Stage sotto la tettoia post-industriale si è aggiunto il Roseto, a nord-ovest. Il Kappa non è per tutti. Nell’era in cui va di moda mescolare qualsiasi genere, età e contenuto, la manifestazione punta invece a un target ampio ma definito: nell’età media («24 anni le ragazze, 25 i ragazzi») e nell’esperienza musicale di riferimento, che un tempo si identificava con la discoteca e oggi con il clubbing. È un festival per giovani che vogliono ballare e divertirsi, sciogliendo i corpi in un lungo rito collettivo, con sfumature diverse — ma sempre dance — tra i vari palchi.
Per quel pubblico, è diventato una delle stelle più luminose del pianeta: il dodicesimo miglior festival al mondo — unico italiano nella «Top 20», in mezzo a Glastonbury, Coachella, Sonar — secondo un sondaggio della rivista internazionale Dj Mag. In un ideale gran premio degli eventi globali di Torino, partirebbe in pole position: quest’anno sono attesi spettatori da 115 nazioni, con qualche adattamento alle bizze della geopolitica («il paese più presente era il Regno Unito: dopo la Brexit è diventata la Francia») e non poche sorprese, come l’entusiasmo australiano («arriveranno in mille») o i biglietti venduti in Polinesia, Seychelles, Sri Lanka. Nel 2019, in due giorni, le presenze complessive furono 60 mila. Nel 2022, dopo il black out del Covid e il passaggio a tre giorni, sono diventate 85 mila. Quest’anno gli organizzatori puntano alle 90 mila.
Anche la lista dei dj è colorata come un mappamondo, piena di nomi che ai non appassionati forse non diranno molto, ma che in ambito dance formano una sorta di Champions League: Carl Cox e Carl Craig, Fatboy Slim e Peggy Gou, Major Lazer e Swedish House Mafia, gli italiani Tale of Us e Mind Against. Ogni sera, come da tradizione e in linea con la filosofia di mantenere un buon rapporto con il quartiere, la discoteca a cielo aperto chiuderà a mezzanotte in punto. Ma a quell’ora saranno già iniziati gli afterparty ufficiali all’Audiodrome di Moncalieri.
