La «mappa di calore» e il modello Kappa. Raggi X sulla movida
9 Luglio, 2018
LA SPERIMENTAZIONE CONTRO RUMORI E PERICOLI
Comprendere i movimenti della folla. Fino a prevederli. Per evitare nuove tragedia conte piazza San Carlo. Monitorare in tempo reale gli schiamazzi della movida e dirottare i gruppi di bevitori più molesti lontano dalle case. Non è fantascienza, ma uso sapiente delle tecnologie di nuova generazione sulla sicurezza.
Il Kappa FuturFestival che si è concluso ieri è stato il luogo della prima sperimentazione di un progetto che il Reparto investigazioni tecnologiche della polizia municipale sta attuando con il Politecnico, l’istituto Boella, l’Università di Kingston e la Città di Copenaghen. E’ un progetto europeo a cui la Città di Torino-unica in Italia ad avere una squadra di ingegneri ed analisti che lavorano sui big data per prevenire incidenti durante i grandi eventi – ha aderito recentemente.
E che punta a gestire la cosiddetta «safety» – la tutela dell’incolumità delle persone che si radunano in massa ma anche a lenire il disagio dei residenti, «contenendo» i suoni entro determinati decibeI.
La festa della musica techno è stata il cosiddetto «caso pilota». Il banco di prova degli studi elaborati dal team di informatici, che in due giorni hanno studiato le mosse di 50 mila giovani accorsi a Parco Dora. Il test che inaugurerà un nuovo modello della gestione della movida notturna a Torino invece partirà a settembre, con l’obiettivo principale di evitare che si crei troppo frastuono. La filosofia è: quel che ha funzionato bene al Kappa FuturFestival, verrà riproposto e rimodulato nelle vie di San Salvario e Vanchiglia. A Parco Dora la squadra di analisti si è piazzata con un piccolo laboratorio dopo aver installato telecamere e sensori. Una piattaforma ha raccolto i «big data» e ha effettuato l’analisi massiva e la mappatura delle persone.
Grazie ad algoritmi di data analitica legati a video, è stato possibile studiare la composizione della folla. In particolare, è stato fondamentale un algoritmo specifico – collegato alle telecamere – in grado di creare una «mappa di calore» in base alla concentrazione delle persone. È stato possibile così contare i partecipanti e individuare le anomalie della movimentazione della folla in tempo reale. Quando, per esempio, un tecnico notava un ammasso di giovani diretti in un punto critico, avvisava gli addetti alla sicurezza – provvisti di radioline – in modo che si preparassero a fronteggiare la situazione. Questo sistema, se evoluto, potrà portare la polizia municipale a prevedere, stratificando i dati nel corso del tempo, gli algoritmi che annunciano i movimenti futuri delle masse. Qualcosa di impensabile, fino a pochi anni fa, per la nostra immaginazione. Esisterà un domani quindi, in cui a Torino saremo in grado di sapere, a un grande evento, quante persone ci saranno (in una certa ora di un determinato giorno) e dove si direzioneranno i flussi di gente, prima che gli individui si muovano. Non solo. Con la «warable», un altro sistema sperimentato al Kappa, i tecnici sono – e saranno – in grado di tracciare in modo sempre più preciso come si muove la singola persona (che resta e resterà anonima) all’interno di un perimetro. Uno strumento fondamentale anche per le forze dell’ordine. Sul fronte «rumore», al Kappa festival il test è stato superato con successo. Sono state attivate «onde sonore in controfase» in grado di andare a «sbattere» contro le onde del frastuono, dirette verso i palazzi di Parco Dora. L’impatto acustico è notevolmente diminuito.
