Sul palco del Kappa la techno sicura di Fatboy Slim e Paul Kalkbrenner
6 Luglio, 2017
Un evento che lo scorso anno ha richiamato ben 40mila spettatori, in un momento in cui in città l’attenzione per questo genere di manifestazioni, e per i problemi di sicurezza che comportano, è molto elevata. Torna Kappa FuturFestival, sabato e domenica nella consueta sede del Parco Dora, e gli organizzatori sono ben consci della delicatezza della situazione: «Prepariamo tradizionalmente due ulteriori piani, oltre ai soliti: uno di sicurezza e uno sanitario — ci dice il fondatore e organizzatore del festival Maurizio Juni Vitale — Esistono poi misure preventive straordinarie assunte autonomamente: protocollo controllo accessi con misure antiterrorismo (siamo dotati di corsie monitorate da body scanner e metal detector); divieto d’ingresso ai minori di 16 anni, ai quali la legge non consente di assumere alcool; divieto d’introdurre sostanze/oggetti indicati sulle nostre piattaforme social e web».
Esaurito l’argomento sicurezza, resta il lato artistico della faccenda. E come succede da sei anni a questa parte, i grandi nomi della dance mondiale non mancano. Si preferisce l’investimento sicuro all’azzardo — e forse questo è l’unico limite della manifestazione: provare a osare e ad allargare i confini della propria “zona di comfort” non sarebbe male, consolidato ormai il brand — e si punta su campioni conclamati.
Come Fatboy Slim, ad esempio, stella di questa sesta edizione: in cartellone sabato sul palco principale, il produttore e dj londinese è sulla cresta dell’onda ormai dalla metà degli anni ‘80, prima come bassista degli Housemartins e quindi come colonna del rinascimento house britannico. Del ‘98 è quella “The Rockafeller Skank” che sbancò le classifiche e ancora fa ballare, suo successo più grande e simbolo di un’attitudine giocosa e divertente che ancora lo contraddistingue in consolle. O come Paul Kalkbrenner, produttore techno berlinese diventato uno dei simboli “pop” della sua città, grazie anche al suo ruolo di protagonista nel film “Berlin Calling”, e impegnato nel suo live set domenica. Saranno due giornate fitte, comunque, nuovamente impostate sulla fascia oraria sostenibile mezzogiorno/mezzanotte. Sul palco principale, sabato, si passa dai divi della progressive house britannica Sasha e John Digweed alla siberiana Nina Kraviz, affrancatasi dal luogo comune della dj bella e poco più; dalla techno melodica e calda del gallese Jamie Jones alla tech-house del livornese Ilario Alicante; dal ritorno del veterano britannico Carl Cox, un altro dei big di questa edizione, a Fatboy Slim appunto. Domenica, oltre al citato Kalkbrenner, tocca ad altri italiani di caratura internazionale come Joseph Capriati e il duo Tale Of Us, alla techno berlinese scura scura di Marcel Dettmann e a quella più calda e house dell’americano in Spagna Maceo Plex, e al grande vecchio teutonico Sven Väth. E ancora, pescando fra il resto della nutrita pattuglia: Jackmaster, Masters At Work, il triplo back-to-back fra Seth Troxler e i Martinez Brothers, Dixon e Carola Pisaturo, Âme e Honey Dijon, ma soprattutto la chiacchieratissima The Black Madonna, portabandiera statunitense di una house nuovamenta aperta e inclusiva. Programma completo su kappafuturfestival.it, tutto esaurito confermato per sabato e molto probabile per domenica.
By Andrea Pomini
Articolo originale qui.
