Torino, altro che Atp Finals e Salone del Libro: a trainare il turismo in città è il Kappa FuturFestival
13 Settembre, 2023
L’atteso «boom» estivo non c’è stato: a dirlo sono i dati di Federalberghi. Meno arrivi rispetto al 2022, Vitale: «Bisogna puntare di più sui giovani»
Il boom del turismo torinese durante l’estate è rimasto un proclama che non ha trovato riscontro nei risultati finali. Leggendo i numeri relativi al periodo 21 giugno-20 settembre forniti da Federalberghi, infatti, si scopre che i dati sono leggermente in discesa rispetto a quelli del 2022. Se invece si preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno, è giusto sottolineare che si registra anche un +10% sul 2019. Ma la crescita, di fatto, si è arrestata nell’anno immediatamente successivo a quello del «liberi tutti» post Covid.
A salvare l’estate del capoluogo piemontese ci ha pensato il Kappa FuturFestival, che dal 30 giugno al 2 luglio ha registrato oltre 90 mila presenze — 5 mila in più del 2022 — con un pubblico proveniente da ben 118 nazioni, dallo Sri Lanka alle Seychelles. Portando in città oltre 100 artisti per un totale di 36 ore di musica.
Se i flussi turistici dell’estate hanno registrato un tasso medio di occupazione degli hotel di quasi il 60%, sotto la performance del 2022, il fine settimana del Kappa ha fatto impennare il dato fino all’85%.. Il contraltare di questo picco è il mese di agosto, con un calo del 5% sul 2022. A pesare è soprattutto il periodo di Ferragosto (11-15 compresi) con un tasso medio di occupazione in calo persino del 20%.
Tuttavia secondo Maurizio Vitale, presidente di Atl Turismo Torino e ideatore del Kappa FuturFestival, i dati estivi sarebbero più positivi di quelli forniti da Federalberghi. «Gli hotel torinesi hanno 14.950 posti letto, mentre la somma dei bed and breakfast, case private e ostelli arriva a 17.895. Gli alberghi non coprono nemmeno il 50%. A mio avviso sono aumentati in modo importante i turisti stranieri, mentre abbiamo perso qualcosa sul mercato italiano. Questo a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi delle strutture. E se gli stipendi non crescono, le persone viaggiano meno. Tuttavia — aggiunge — siamo riusciti a colmare il gap con il mercato internazionale, soprattutto dagli States, per questo non parlerei di decrescita ma di non crescita».
Secondo Vitale, per tornare al segno «più» nel 2024, Torino dovrebbe puntare maggiormente sul patrimonio locale, senza cercare la soluzione estera. «Crediamo nei nostri campioncini locali, da MiTo al Club To Club, diamo una mano a queste imprese per consolidarsi. Su Eurovision, guardando alla cassa, si può investire una volta, mentre cercare di portarsi a casa una data del Primavera Sound sarebbe veramente assurdo. Un’opzione che non ha senso di esistere. Questa esterofilia non la comprendo. Abbiamo poche risorse, focalizziamole sul territorio anziché disperderle».
E il settore su cui Torino dovrebbe puntare, almeno guardando i numeri, è quello giovanile, troppo spesso sinonimo, erroneamente, di mala movida. «Oggi i giovani viaggiano molto di più — conclude Vitale — sono più autonomi e disposti a spendere. E hanno più possibilità di tornare. L’anno prossimo il Kappa arricchirà ulteriormente il programma, aumentando gli eventi collaterali del palinsesto. L’obiettivo è far crescere gli arrivi e allungare la permanenza. A mio avviso Torino l’anno prossimo avrà numeri positivi, ma non dimentichiamoci che fino a tre anni fa non si parlava nemmeno di turismo estivo».
